Le fortezze, insieme ai templi e alle piramidi, costituiscono un altro grande capitolo dell’architettura egizia. Si trovavano già realizzate in epoca predinastica, nella forma di un muro rettangolare bastionato a difesa di insediamenti quali quelli di Ieracompoli e Abido, e vennero perfezionate più tardi, nel Medio Regno, per servire da difesa sulla frontiera meridionale e lungo la fascia di Suez. Si trattava di opere grandiose e possenti: quando erano costruite in piano avevano pianta rettangolare, altrimenti seguivano a poligono i limiti dell’altura, come nel caso di Semna, nell’Alta Nubia. Erano formate da una massiccia, talora triplice, cinta muraria, con torri angolari e bastioni, fossati e terrapieni. Era sempre previsto un passaggio coperto per uscire a rifornirsi d’acqua. Non risulta che gli egizi conoscessero macchine d’assedio: l’espugnazione dei forti si faceva aprendo brecce con zappe nelle mura di mattoni crudi o superando le stesse con scale. Durante gli assedi, scudi ampi e arcuati riparavano gli attaccanti, sotto le mura, dagli arcieri avversari piazzati in alto.